Pfas

Puntata 5

Dopo essersi separata da Bit, Mega si avvicina all’ingresso dell’oratorio. Potrebbe passare da lì e entrare nella sala della riunione, ma tutti noterebbero subito la presenza di una sconosciuta e potrebbero insospettirsi: gli adulti terrestri non sono socievoli come i ragazzini. Deve trovare un’altra soluzione.

 

Si guarda attentamente intorno. Ecco: c’è una grondaia che passa proprio accanto alla sala della riunione. Controlla che non ci sia nessuno intorno, poi si arrampica fino ad arrivare all’altezza della finestra: può sentire tutto e anche vedere un pezzetto della stanza. 

 

Stanno facendo una pausa: le persone sono tutte in piedi e chiacchierano tra loro. Su un tavolo ci sono alcune cose da mangiare e da bere, tra cui una caraffa di limonata. Mega la guarda con desiderio: è la sua bevanda terrestre preferita! Ma non è il momento di pensare alle bibite, si dice. 

 

La sua attenzione viene attirata da un uomo e una donna vicino alla finestra, che parlano a bassa voce fra di loro.

«Per quanto tempo credi che ci terrà il broncio?» chiede la donna.

«Le passerà. Stiamo facendo la cosa giusta per tenerla al sicuro».

«Sì, ma lei non lo capisce… pensa che vogliamo impedirle di essere felice, di fare sport come tutti gli altri bambini. Non riesce a togliersi dalla testa la ginnastica artistica».

 

Mega esulta tra sé e sé: non c’è dubbio, i due devono essere i genitori di Martina. Li ha trovati più facilmente del previsto!

 

«Quando sarà più grande capirà, non voglio altre preoccupazioni, mi bastano questi maledetti PFAS» dice deciso l’uomo.

«È solo che mi dispiace vederla così triste» sospira la donna, appoggiandosi al davanzale della finestra. L’uomo le posa gentilmente una mano sulla spalla.

«Lo so» dice.

 

Mega li osserva pensando a cosa fare: da quello che ha sentito, non sono affatto egoisti come li aveva immaginati. Anzi, sembra che vogliano davvero bene a Martina e che siano soltanto molto preoccupati per lei. Ma allora perché non le permettono di avere una vita normale? Il divieto di fare sport non ha niente a che fare con l’acqua avvelenata o almeno così sembra.

 

Prima che Mega possa decidere quale sarà la sua mossa successiva, si sente un tramestio di sedie che si spostano, e le persone tornano a sedersi. Una donna comincia a parlare al microfono: alle sue spalle viene proiettata una presentazione, e sul muro compare la scritta  Miteni. Sotto c’è un elenco di tredici nomi e cognomi.

 

«Ok, riprendiamo dall’elenco dei rinviati a giudizio» dice la donna.

 

Mega guarda la presentazione senza capire. Cosa significa Miteni? E cosa sono quei nomi? Facendo attenzione a non cadere, estrae i Wikiocchiali e inquadra la diapositiva.

 

Miteni era una società chimica italiana.  La società è fallita in seguito alla contaminazione della falda acquifera intorno a Trissino (in Veneto) con sostanze quali PFOA, GenX e C6O4.

 

Mega abbassa i Wikiocchiali. Ora è tutto chiaro: è stata la società Miteni ad avvelenare l’acqua di Lonigo. Le persone nell’elenco devono essere quelle che verranno processate per questo.

 

«Il processo arriva in ritardo, ma è già qualcosa. Possiamo considerarlo una vittoria» dice la donna al microfono.

 

Molte delle persone sedute annuiscono, qualcuno addirittura applaude.

 

«Forse, dopo tanto tempo, possiamo prenderci una pausa…».

 

Molti tirano un sospiro di sollievo, ma la mamma di Martina ha un’espressione tesa e decisa sul volto. Si alza in piedi all’improvviso.

 

«No!» esclama forte.

 

Tutti si girano a guardarla. Lei si fa largo fra le persone, raggiunge il microfono e comincia a parlare:

 

«Scusate, ma non penso che questo sia il momento di fermarsi: so che siamo tutti stanchi e che stiamo portando avanti questa battaglia da tanto tempo, ma non è ancora finita. Il processo forse permetterà di condannare alcuni dei responsabili, ma non basta».

«Sì, ma stiamo parlando solo di un momento di pausa» dice qualcuno.

«Siamo riusciti ad attirare l’attenzione perché siamo stati tenaci e non ci siamo mai fermati. Abbiamo scritto lettere a governatori e ministri, abbiamo fatto manifestazioni, abbiamo coinvolto molte persone. Abbiamo ottenuto dei risultati perché non abbiamo fatto pause. E dobbiamo continuare così».

 

Il papà di Martina si alza in piedi e la raggiunge.

 

«Sono d’accordo con mia moglie. La Miteni e i suoi dirigenti devono essere processati per l’inquinamento dell’acqua, ma non sono gli unici responsabili dei nostri problemi. È passato troppo tempo da quando è stata scoperta la presenza dei veleni nell’acqua a quando sono iniziati gli esami del sangue sui bambini. E sta passando troppo tempo senza che nessuno abbia trovato una soluzione per depurare l’acqua. Dobbiamo fare in modo che i politici continuino a occuparsi del problema».

 

In sala cade il silenzio. Mega osserva la scena con il fiato sospeso, ma all’improvviso sente una voce nella sua testa.

 

“Che fai lì sopra?”.

 

È Bit. Mega guarda in basso e lo vede proprio ai piedi della grondaia. Gli fa segno di stare zitto e raggiungerla.

 

Pochi secondi dopo vede una farfalla volteggiare vicino alla finestra: è Bit, che ha utilizzato i suoi poteri per trasformarsi.

 

“Non potevi semplicemente arrampicarti?” gli chiede Mega con il pensiero.

“Così posso vedere meglio”.

“Esibizionista. Finirai per scaricarti”.

“Fatti gli affari…”.

 

Bit viene interrotto dalla voce di un uomo seduto in ultima fila, che si alza e prende la parola.

 

Skip to content