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Puntata 6
«Penso anche io che non dovremmo fermarci proprio ora» dice l’uomo.
Tutti si voltano a guardarlo.
«Mia moglie è incinta e da quando so che diventerò padre tutto è cambiato. Non voglio che i nostri figli debbano avere paura di aprire un rubinetto».
Le persone sedute cominciano a discutere, sempre più. Altre voci si sollevano. Anche quelli che prima pensavano fosse giusto fare una pausa, ora si stanno convincendo del contrario. Si parla di fare delle nuove manifestazioni e di scrivere altre lettere.
Mega è perplessa: è chiaro che i genitori di Martina, come tutti gli altri genitori nella stanza, si stanno impegnando molto per questa faccenda dell’acqua e per la salute dei loro figli. Quello che non è chiaro, invece, è cosa abbia a che fare tutto questo con le mille regole che Martina deve rispettare.
I genitori di Martina ritornano verso i loro posti. La mamma si avvicina al signore in ultima fila per ringraziarlo del suo sostegno. Mega vorrebbe sentire cosa si dicono, ma sono troppo lontani. Prima che possa fare qualunque cosa, Bit spiega le ali e vola veloce nella loro direzione.
“Così non vale! Voglio sentire anche io” gli sibila con il pensiero.
Lui si posa sullo schienale di una sedia , proprio accanto all’uomo e ai genitori di Martina. Mega sente un piccolo CLICK! e poi le loro voci: Bit sta trasmettendo quello che sente anche a lei. È presuntuoso, ma almeno non gioca sporco quando si tratta di una missione importante: lo deve ammettere.
“Volevo ringraziarti per il tuo intervento, mi ha colpito molto quello che hai detto su tua moglie e sulla sua gravidanza” dice la mamma di Martina.
“Siamo tutti nella stessa barca, se siamo qui è perché siamo preoccupati per i nostri figli”.
“Già… da quando abbiamo aperto quella busta non riusciamo più a dormire la notte. Vedere che il sangue di Martina era avvelenato è stato terribile: ho pensato di aver fallito come madre”.
“Ma come? Non è colpa tua!”.
“Sì, ma il compito di un genitore è quello di proteggere i propri figli e noi non ci siamo riusciti… come potevamo immaginare che una cosa scontata e banale come l’acqua potesse farle del male? Ormai mi sembra che tutto sia un pericolo, vorrei poterla chiudere in una bolla dove niente può toccarla”.
“Deve essere dura. Come avete fatto a spiegarle tutto questo?”. I genitori di Martina si scambiano uno sguardo colpevole.
“Non l’abbiamo fatto, è troppo piccola. Semplicemente le abbiamo vietato di fare tutto quello che ci sembra pericoloso. Così ci sentiamo un po’ più tranquilli. Ma lei non lo capisce: credo che ci odi per questo”.
Mega disattiva le antenne: non ha bisogno di sentire altro, finalmente è tutto chiaro. I genitori di Martina le impongono così tanti divieti perché non vogliono rischiare di nuovo di perderla. Non sono cattivi: sono soltanto terrorizzati.
La riunione sta per ricominciare e i genitori di Martina tornano al loro posto. Mega si lascia scivolare giù dalla grondaia. Bit la raggiunge e si posa sulla sua spalla. Deve risparmiare energia, dato che questa missione sembra andare per le lunghe.
Attivano le antenne per scambiarsi qualche impressione su quello che hanno sentito, ma per parecchi secondi nessuno dei due comunica nulla all’altro. Sono entrambi persi nei loro pensieri.
“Credo di aver cambiato idea”.
L’hanno pensato nello stesso momento. Mega osserva Bit stupita: non è uno che torna sui suoi passi, di solito.
“Ho capito le ragioni di Martina: crede che valga la pena correre dei rischi per fare quello che desidera. Non è un capriccio, sa quello che fa.” spiega lui.
“E io ora capisco i suoi genitori. Sanno cosa significa rischiare di perdere una figlia e non vogliono ritrovarsi di nuovo in quella situazione”.
Tra Mega e Bit torna il silenzio. Ora le loro idee sulla missione sono opposte a quelle con cui sono partiti, eppure non hanno ancora trovato una soluzione.
“Forse la paura dei genitori di Martina è così grande che non potranno mai superarla. Non è colpa loro, certo, ma lei finirà per odiarli davvero” riflette Mega.
“Credi che dovremmo procedere con la sostituzione? Darle dei genitori più spensierati?”.
Prima che Bit possa rispondere, lui e Mega sentono della musica provenire dalla finestra. Ci sono anche risate e commenti ad alta voce.
Bit fa per riprendere il volo, ma Mega gli fa cenno di restare sulla sua spalla, per risparmiare energia. Si arrampica di nuovo sulla grondaia e portandolo con sé.
Sul muro della sala della riunione ora vengono proiettate delle immagini. I genitori stanno guardando il video di una delle manifestazioni organizzate dal comitato. Si vedono i genitori di Martina, insieme a tanti altri, che camminano lungo una strada. Hanno addosso delle magliette con dei numeri sopra. In sottofondo c’è una canzone che si sovrappone alle loro voci.
Si vedono alcune persone che li osservano e fanno loro degli applausi, poi un giornalista si avvicina alla mamma di Martina e le porge un microfono:
«Dove andate?» chiede.
«Dal Presidente della Repubblica» risponde lei con orgoglio.
Il suo aspetto è lo stesso di oggi, ma sembra più forte e più decisa. Ha lo stesso sguardo di quando poco fa ha preso la parola durante la riunione. Mega la guarda. Vuole soltanto il meglio per Martina, è evidente. Ed è disposta a lottare fino in fondo per questo. Martina ha mai guardato questo video? Se lo avesse visto non penserebbe più che sua madre e suo padre sono dei fifoni. La verità è che ha dei genitori molto coraggiosi, proprio come quelli che tanto desidera. Soltanto che non lo sa. Non possono procedere con la sostituzione, pensa. Devono trovare il modo di far riappacificare quella famiglia.
“Forse ho un’idea” dice a Bit con il pensiero. Salta giù dalla grondaia e corre veloce verso il paese, con Bit che le svolazza attorno, muovendo agitato le ali.