La siccità

Puntata 1

Il fiume a Linarolo, in provincia di Pavia, c’è da sempre. O almeno, da quando Silvia ha memoria: lei ha solo sette anni, ma è sicura che anche prima sia sempre stato lì, il Po. Un nome corto per un corso d’acqua molto, molto grande, il più lungo di tutta Italia. 

La cascina in cui Silvia vive con i suoi genitori e i suoi zii, l’azienda agricola Marteni, non è molto lontana dal corso del fiume. Silvia ne è sempre stata molto contenta, per almeno due ragioni: uno, perché d’estate, quando il papà finisce di lavorare nei campi, possono correre insieme sulla riva a bagnarsi i piedi e rinfrescarsi, due, perché il fiume è molto importante per la sua famiglia. Infatti l’azienda Marteni produce riso, un cereale che ha bisogno di molta, moltissima acqua per sopravvivere e crescere, proprio come noi umani.

Ma quest’anno qualcosa è cambiato. 

È cominciato tutto a maggio, con il sole che splendeva più forte del solito. Non era il primo anno che capitava: la mamma e il papà le avevano raccontato che negli ultimi anni, ancora da prima che lei nascesse, le estati erano diventate sempre più calde. Colpa dei cosiddetti“cambiamenti climatici”: la Terra è come avvolta da una coperta caldissima, che scioglie i suoi ghiacciai e rende più calde e secche le sue stagioni. Ha a che fare con un fenomeno che si chiama “effetto serra”.

“Come quella delle piantine di fragole nell’orto?” ha chiesto Silvia alla mamma un giorno.

“Sì, esatto. La Terra è avvolta da una specie di telo, formato da alcuni gas, che si chiamano proprio gas serra. Questo “telo” funziona proprio come la serra che abbiamo nell’orto: fa entrare i raggi solari, che si trasformano in calore, ma una volta trasformati in calore non possono più uscire fuori, è come se rimanessero intrappolati dentro al telo dei gas. Così il pianeta si scalda, proprio come fa la serra!”

“Ma non è una cosa buona? La serra serve a far crescere le piantine e a tenerle al caldo!” ha domandato Silvia.

“Anche l’effetto serra, normalmente, serve proprio a consentire che la temperatura sulla Terra sia calda a sufficienza per poterci vivere. Il problema è che con l’inquinamento prodotto dall’uomo, la temperatura è diventata troppo alta al di sotto del telo, che blocca il calore, impedendogli di uscire fuori. Immagina cosa accadrebbe alle piantine di fragole se le tenessimo sotto la serra anche d’estate, quando il sole brilla troppo forte”

“Penso che seccherebbero e morirebbero tutte”

“Già. Ed è proprio questo che i cambiamenti climatici stanno facendo al nostro pianeta”

Silvia pensa di avere capito: sotto la serra d’estate il caldo aumenta in maniera insostenibile, proprio come continua a fare sulla Terra. La pioggia cade raramente, e quando lo fa scende tutta quanta insieme con una “bomba d’acqua”, ha imparato, un’esplosione di pioggia che inonda il terreno, secco da tempo, che non è pronto ad accoglierne così tanta. 

Eppure, anche se ormai il caldo è in aumento da anni, un’estate torrida come questa, Silvia non l’ha mai conosciuta: non piove da mesi ormai, e il Po è in secca.Non è più quel fiume impetuoso e gonfio di acqua che ha imparato a conoscere: scorre sempre più sottile, come un lungo serpente sonnacchioso e marrone, pieno di fango puzzolente. Silvia non può più andare a bagnarcisi i piedi, e nemmeno a giocare. L’acqua è troppo poca, e non va sprecata. Dato che non piove da così tanto tempo, anche le piante di riso hanno cominciato a stare male, ad appassire e morire. Questo è un grande problema per l’azienda e per la famiglia di Silvia, che per vivere vende il raccolto del riso ad aziende e industrie.

 

“Di questo passo, arriveremo a perdere anche il 30% del raccolto”, ha sentito dire dal papà allo zio un pomeriggio, mentre lei faceva merenda e i grandi bevevano il caffè. “Non so davvero cosa fare, Stefano. Le spese per la manutenzione dei macchinari e per le sementi sono tante, e con perdite di questo tenore non riusciremo nemmeno a rientrare dei costi, altro che guadagnare. La situazione continua a peggiorare… forse dovremmo trasferirci in città”.

 

Sentendo quelle parole del papà, gli occhi di Silvia si sono subito riempiti di lacrime, ed è dovuta correre via per non farle vedere. Silvia ama vivere in campagna, vicina al fiume e agli alberi, al sole d’estate e con la neve d’inverno. Come potrebbe vivere in città, lontana dalla natura, dai suoi amici, dai compagni di scuola, dagli uccellini che cinguettano ogni mattina?

 

Senza farsi vedere, Silvia è scivolata in camera, ha nascosto la testa sotto al cuscino e si è lasciata andare a un lungo pianto liberatorio. Poi, guardando fuori dalla finestra attraverso il vetro le fronde marroni del faggio del cortile, rinsecchite dalla calura, ha pensato:

 

Se solo potesse tornare a piovere… Oh ti prego, ti prego, pioggia, torna qui! Se riprendesse a piovere il raccolto sarebbe salvo, mamma e papà potrebbero continuare a lavorare e non dovremmo trasferirci lontani!

 

Il suo desiderio è così forte che vola attraverso l’etere, attraversa tutta la galassia e giunge velocissimo su un piccolo pianeta a forma di asterisco di nome Ghalis…

 

Biiiip, biiiiip, biiiiiiiiiiiiiiiiip. Il trillo del Segnaladesideri è così forte che Pentium si sveglia di soprassalto e casca giù dalla poltrona nella sala di controllo Terra. Si è di nuovo addormentato in servizio: non è certo la prima volta che succede, ma tanto non c’è nessuno che se ne accorga. 

 

Sbadiglia a bocca aperta, stiracchiandosi per bene. Poi si avvicina lentamente al monitor, controllando la richiesta. Sullo schermo lampeggiano le coordinate della missione: proprio vicino a un lunghissimo fiume e a campi di riso, in una piccola città del nord Italia di nome Linarolo…Che noia, pensa, proprio mentre era sul più bello del suo sogno: una grandissima piscina piena di cioccolata calda che…biiiiiiip!!! Uff, come insiste questo stupido coso. 

Ma a questo punto avrete sicuramente delle domande. 

 

Chi è Pentium, per esempio? Be’, Pentium è l’addetto alla delegazione terrestre di Ghalis.

 

Dovete sapere che Ghalis, il pianeta di cui stiamo parlando, è un pianeta Pronto Soccorso. Questo significa che quando, da qualche parte nell’universo, un bambino esprime un desiderio o ha bisogno di aiuto, i potentissimi mezzi tecnologici di Ghalis captano la sua richiesta e degli agenti speciali vengono inviati sul pianeta da cui proviene per risolvere la questione. 

 

Dato che i pianeti dell’universo sono tantissimi, le richieste dei bambini devono essere smistate: ecco, Pentium è l’addetto alla delegazione del pianeta Terra. A dirla tutta, su Ghalis la delegazione terrestre non è proprio ben vista: ci sono un sacco di problemi su quel pianeta, problemi che nessuno ha voglia di affrontare. Quando qualcuno combina qualche pasticcio, puoi star certo che finirà assegnato alle delegazione terrestre. Come è capitato a Mega e Bit. 

 

Chi sono Mega e Bit, dite? Un attimo di pazienza e vi racconteremo tutta la storia.

 

“Be’”, esclama Pentium, “mi tocca”. Si avvicina alla tastiera centrale per mettersi in contatto con il pianeta Terra, base speciale Ghaliana, su una piccola isola sperduta nel Mar Mediterraneo. Se la vedeste da fuori, non ci trovereste altro che un vecchio faro diroccato. Ma, al di sotto, si nasconde una vera e propria base aliena, dove i due cadetti Mega e Bit, in servizio speciale sul pianeta, sono alle prese con un altro tipo di missione…

Attività

Sai cos’è l’effetto serra che viene nominato nel testo? Se vuoi saperne di più clicca qui e scarica la nostra infografica!

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